A Palazzo Ciampoli si parla di popolo e democrazia, con omaggi a Primo Levi e Leonardo Da Vinci. In piazza IX Aprile, Gaarder affronta il tema della caducità della vita
Yves Meny intervistato da Ida Nicotra, poi Matteo Collura con Ian Thomson, e Antonio Forcellino – con le loro rispettive lectio magistralis incentrate su popolo e democrazia, e gli omaggi a Primo Levi, Sciascia, e Leonardo Da Vinci – hanno dato il via nella mattinata di ieri 21 giugno da Palazzo Ciampoli, a Taobuk: il Festival Internazionale del libro di Taormina ideato e diretto da Antonella Ferrara, che quest’anno celebra i nove anni di vita.
Meny: popolo, la parte e il tutto
<<Siamo nel mondo del narcisismo fatto dai social, e il primo desiderio da realizzare è quello di far sì che il popolo conti>> queste le parole che Yves Meny – professore di scienze politiche e autore di Popolo ma non Troppo – ha pronunciato nella sua lectio magistralis interamente dedicata all’idea di popolo, dai microfoni di Taobuk a Palazzo Ciampoli, intervistato da Ida Nicotra dell’Università di Catania. Da Platone e i greci fino ai giorni nostri, Meny si è addentrato a delineare il ruolo che il popolo riveste nel suo rapporto un po’ sui generis con la vita politica dei governi democratici, praticamente da sempre.
Esiste l’elitismo e la conseguente subordinazione della volontà popolare al volere di una minoranza. <<La malattia greca dell’esclusione è una questione millenaria che è giunta fino a noi, per cui la democrazia è sempre stata un privilegio per pochi. Lo stesso Platone insiste sul fatto che la democrazia non sia cosa per tutti, ed è lui il primo promotore del concetto di elitismo. Dalla Sicilia, pure Gaetano Mosca sosteneva che non si potesse sfuggire all’elitismo. La popolazione aspira a diventare popolo, ma quando questa diventa popolo, ecco allora che per governare si scelgono delle élite>>.
<<Trovo bellissima la tematica scelta da Taobuk per questa nona edizione. Il desiderio è il motore che muove il mondo. E il mio desiderio per l’Italia è che si sciolga o si limiti drasticamente il cattivo ostacolo della burocrazia; ma soprattutto, desidero che i giovani siciliani possano finalmente scegliere di restare per sempre nella loro bellissima terra, che io, personalmente, definisco la ‘California d’Europa’!>> ha concluso Yves Meny.
Alla Scoperta di Primo Levi con Matteo Collura e Ian Thomson
Matteo Collura e Ian Thomson hanno conversato su Primo Levi, nell’ambito di uno spazio speciale che Taobuk ha voluto dedicare alla memoria degli scrittori che non ci sono più, per ricordare l’immenso apporto culturale ma soprattutto umano che questi ci hanno lasciato in eredità.
Levi: autore freddo e distaccato, uomo schivo e drammatico <<Mi accolse a Torino in maniche di camicia e con uno strano tatuaggio ben visibile sul braccio. Era il numero che i nazisti gli avevano impresso sulla pelle per sempre, dall’interno dei campi di sterminio dov’era stato internato>> ha esordito così Ian Thomson – giornalista del quotidiano Times e scrittore britannico – incalzato nella conversazione da Matteo Collura, a sua volta autore di una biografia celebrativa della figura di Sciascia, dal titolo Il Maestro di Regalpetra.
<<L’autore di Se Questo è un Uomo, è schivo, timido e riservato, ma allo stesso tempo è uno scrittore lucido e distaccato. Trascorre il tempo della propria esistenza in uno stato letale di sopravvivenza intorpidita e forzata, sopraffatto dai rimorsi di coscienza e dal dramma della deportazione. Era solito utilizzare un idioma operaio da periferia, una specie di ‘fiatese’ tipico di chi lavorava nelle fabbriche a Torino, e in ciò era molto simile a Pasolini. È allo stesso tempo scrittore e operaio come Italo Calvino>> ha poi aggiunto Thomson parlando di Levi che ebbe l’opportunità di intervistare nel lontano 1986, un anno prima che si togliesse la vita.
Da Vinci: Tristo è quel discepolo che non avanza al suo maestro
Antonio Forcellino – architetto, e studioso appassionato di Rinascimento – ha spiegato Leonardo Da Vinci in una lectio magistralis celebrativa della ricorrenza dei cinquecento anni dalla dipartita del grande genio toscano: <<Leonardo si adatta perfettamente a rivestire il ruolo di icona del desiderio, tanto più che, in lui, il desiderio è stato quasi un’ossessione; una vera e propria fissazione che lo faceva propendere per la perfezione. Vittima, com’era, del desiderio di essere sempre il primo in qualsiasi cosa facesse!>>.
Una vita, quella di Leonardo Da Vinci, vissuta nelle botteghe che nel Rinascimento sono luoghi di produzione e scienza. Un percorso segnato da immensi volumi di carta, e dalla creazione di opere d’arte pittorica che sono da considerarsi veri e propri atlanti scientifici. La lectio di Forcellino, spiega del genio inventore, dello studioso di anatomia, e del pittore Da Vinci: appassionato e oltremodo desideroso di approfondire anatomia e botanica, e che – alla sua maniera – nella natura del creato vedeva il prolungamento del corpo umano.
<<Leonardo vuole rendere la realtà in arte e si ingegna su come fare. Ha utilizzato il patrimonio simbolico sotto una veste scientifica, e ha lavorato con metodi totalmente differenti da quelli degli altri artisti. In ciò, Leonardo è uno studioso ostinato, un artista divino e inimitabile>> ha poi concluso Forcellino.
Ercole Patti, e Fud Hub con Stivie Kim. Poi Sergio Fiorentino, e Nino Di Matteo
Sempre a Palazzo Ciampoli, Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla – compilatori del monumentale volume Tutte le Opere di Ercole Patti – hanno conversato con Leonardo Lodato e Maria Lombardo, su Ercole Patti: uno scrittore ingiustamente dimenticato. <<Patti ha una scrittura lieve, amabile e godibile. Una scrittura che possiede l’arte di farsi leggere>>, mentre Giancarlo Mazzuca – autore di Quei Patti Benedetti – ha discusso della storia dei cattolici in politica a novant’anni dai Patti Lateranensi.
Il vino è stato protagonista di Fud Hub con Stivie Kim, managing director di Vinitaly International. <<Il vino? I giovani lo bevono poco!>> ha dichiarato Kim. E al primo piano del Palazzo dei Congressi è stata pure inaugurata la Fiera del Libro, seguita dall’aperitivo Apertis Verbis a cura di Blu Lab Academy.
E sempre nella giornata inaugurale di Taobuk, ha aperto i battenti la mostra di Sergio Fiorentino dal titolo De Sidere presso il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano che ospita la Fondazione Mazzullo. Di criminalità nuova si è invece parlato con Paolo Borrometi al Palazzo dei Congressi, mentre Nino Di Matteo si è occupato di illustrare i rapporti tra mafia e istituzioni in seno alla presentazione del suo nuovo libro Il Patto Sporco, edito da Chiarelettere.
Al Palazzo dei Congressi Benedetta Tobagi, e Francesco d’Amico di SAC Catania
Il Palazzo dei Congressi ha ospitato Benedetta Tobagi, che in una conversazione con Natalia La Rosa, ha ricordto il padre Walter Tobagi e tutti i giornalisti uccisi dalla mafia. <<C’è un desiderio di chiarezza, ma si fa retorica attorno alle stragi, e ciò avvelena la società>> ha dichiarato Tobagi.
Francesco D’Amico – Chief Commercial Officer di SAC – ha raccontato a Taobuk del nuovo terminal dell’aeroporto di Catania: un investimento da cento milioni di euro che collegherà Messina allo scalo etneo, e che incarna già il desiderio del primo scalo del Mezzogiorno per traffico paseggeri. Un hub che oggi costituisce lo snodo fondamentale da cui passa un ambizioso progetto di sviluppo, utile per l’intero territorio.
Jostein Gaarder in piazza IX Aprile
Spazio in piazza IX Aprile per Jostein Gaarder – autore norvegese che ha raggiunto la fama con romanzo Il Mondo di Sofia – che nella prima giornata di Taobuk ha conversato con Umberto Curi dell’Università degli Studi di Padova. I temi, discussi in un’intensa chiacchierata, sono stati quelli di perfezione immortale e desiderio di restare. Così come la malattia, il tempo che resta da vivere, e una riflessione sullo scorrere dell’esistenza. Prevista per stasera la serata di gala e consegna dei Taobuk Awards, al Teatro Antico.
Ambra Taormina