23 febbraio del 1455, ben 564 anni fa, è la data in cui è avvenuta una delle rivoluzioni più importanti della storia. Questa rivoluzione coinvolge un libro scritto nel V secolo d.C., la Bibbia, la cui versione non presentava nulla di nuovo nel contenuto, ma che che più di cinque secoli fa Johannes Gutenberg si decise comunque di dare alle stampe, in una piccola bottega di Magonza; la novità non era intrinseca al libro, bensì alla modalità con la quale tale libro venne stampato: la copia non fu affidata al lavoro certosino di un abile amanuense, bensì a quello di una macchina.

Come oggi, ma nel quindicesimo secolo, fu realizzato il primo testo a stampa d’Europa con la tecnica a caratteri mobili: per comporre ogni pagina, venivano utilizzate delle piccole lettere in lega di piombo e stagno, cosparse di inchiostro ed impresse sulla carta. La versione della Bibbia scelta da Gutenberg non fu altro che quella tradotta in latino da san Girolamo e comunemente nota come “Vulgata”. Constava di 1282 pagine scritte con caratteri gotici che raccontavano di tutto l’Antico e il Nuovo Testamento. In realtà, la stampa delle prime 180 copie non fu breve e semplice come si può pensare: Gutenberg e il socio Johan Fust impiegarono ben tre anni per concludere il mastodontico lavoro di stampa. Un tempo lungo, certo, ma davvero ridotto se paragonato ai tempi di scrittura di un amanuense, che non avrebbe impiegato quel tempo neppure per realizzare una sola copia completa.

Dopo l’intuizione di Gutenberg, la stampa a caratteri mobili fu utilizzata da moltissimi tipografi e artigiani dell’editoria, i quali si recarono a Magonza per apprendere la tecnica da utilizzare. Nel giro di pochissimi anni, la stampa a caratteri mobili si diffuse in tutta Europa. In realtà, non si trattò di un’invenzione di Gutenberg, in quanto la stampa esisteva già in Cina da ben quattro secoli. A Gutenberg, però, si deve il merito di aver introdotto questa tecnica rivoluzionaria anche in Europa.