“La Sicilia potrebbe essere il luogo adatto a forgiare e a dare importanza a un’identità mediterranea per i popoli che ne abitano le sponde.” – parole di grande valore quelle dichiarate da Abraham Yehoshua, che esprimono i medesimi concetti manifestati durante l’edizione 2017 di Taobuk dallo stesso. A riportare queste dichiarazioni ci ha pensato oggi anche il quotidiano La Sicilia, che ha colto con entusiasmo l’auspicio che la regione possa trasformarsi in una Bruxelles con vista mare.
Durante l’intervento di Yehoshua a Taobuk, lo scrittore de “Il tunnel” “ha tentato con un misto di caparbietà e di ingenuità – come ha spiegato egli stesso in un suo articolo scritto qualche settimana dopo l’intervista – di persuadere i siciliani (e forse, tramite loro, tutti gli italiani) di trasformare la Sicilia in una sorta di «Bruxelles» mediterranea. Come infatti Bruxelles, e in una certa misura anche Strasburgo, rappresentano il cuore dell’identità europea, così la Sicilia potrebbe essere il luogo adatto a forgiare e a valorizzare un’identità mediterranea per i popoli che ne abitano le sponde.”
“Nonostante le differenze religiose ed economiche tra le nazioni, che si affacciano sulle coste del Mediterraneo – ha continuato lo scrittore – sarebbe possibile, e pure necessario, trovare un denominatore comune che le unisca e che infonda un vero senso di appartenenza. Il ruolo chiave della Sicilia nel forgiare questa identità non solo assicurerà all’Italia una posizione di spicco rispetto a Francia e Germania ma rappresenterà anche un’occasione e una sfida in un momento in cui l’identità europea sta perdendo smalto, non solo a seguito del ritiro della Gran Bretagna ma anche perché gli europei hanno ridimensionato le loro aspirazioni a un’Europa sicura e senza confini, quale sognavano alla fine del ventesimo secolo. I confini nazionali tornano a essere rilevanti, non inutili come ipotizzato dai sostenitori dell’Europa unita di cinquant’anni fa.”
“L’Italia, quindi, in aggiunta a quella europea, – ha concluso lo scrittore israeliano – dovrà sviluppare un’altra identità, con importanti obiettivi umani, e potrà eventualmente coinvolgere nella sua attività anche francesi e spagnoli. L’Italia non è uno Stato tradizionalmente accentratore come la Francia, e le sue città e regioni possiedono grandi margini di manovra. Sta dunque alla Sicilia, l’isola più grande al centro del bacino del Mediterraneo, richiedere al governo di Roma le risorse necessarie per portare avanti un progetto in grado di garantire maggior prestigio all’Italia“.