Una delle voci più importanti della letteratura mondiale, Amos Oz, ci ha lasciati oggi all’età di 79 anni.

Per la ottava edizione del Taormina Book Festival lo scrittore israeliano ha tenuto una lectio magistralis, durante la quale ha approfondito proprio il ruolo di un intellettuale che difende il libero pensiero quando tutti sembrano brancolare nel buio. Nelle sue idee politiche come nel lavoro letterario, Amos Oz si considerava un Evoluzionista più che un Rivoluzionario, nonostante molti nel suo Paese lo reputassero un radicale.

Si tratta dell’ultima apparizione pubblica di Amos Oz, che a Taobuk è stato premiato con il Taobuk Award for Literary Excellence per la sua capacità di intrecciare, nella scrittura, vita personale e rivoluzioni, rivestendo vicende private di un valore assoluto e universale.

“Io credo fortemente che raccontare storie apra la mente dei lettori e li aiuti a empatizzare con gli altri. Mettere se stessi nella pelle di altre persone ti porta a immaginare ‘Cosa farei se fossi lui? O se fossi lei? Questo è il regalo della letteratura.”

Laureatosi in letteratura e filosofia all’Università ebraica di Gerusalemme, ha poi studiato a Oxford. Negli anni Sessanta, assieme ad altri scrittori (A. Yehoshua, D. Grossman), ha aderito al movimento pacifista Shalōm ‘akhshāv (Pace ora). Nel 1987 si è trasferito nel Negev, dove ha insegnato letteratura ebraica presso l’Università Ben Gurion. Per la sua attività letteraria ha ricevuto importanti premi e riconoscimenti, tra cui il premio Bialik (1986), il Prix Femina (1989), il premio Israele (1998) (che gli è stato assegnato nonostante le proteste della destra israeliana), il premio Internacional Catalunya (2004), il premio Príncipe de Asturias (2007) e il Premio Bottari Lattes Grinzane (2016).

Riconosciuto per i suoi scritti, Amos Oz lo è stato anche per le sue opinioni politiche e sociali: sin dal 1967 è stato un autorevole sostenitore della “soluzione dei due stati” del conflitto arabo-israeliano. Le sue posizioni sono notoriamente conciliatorie e, a differenza di molti altri movimenti israeliani per la pace, Oz non si è opposto alla costruzione di una Barriera di separazione israeliana, ma ha ritenuto che il suo tracciato dovesse essere più o meno quello della Linea Verde, il confine esistente prima del 1967.

amos oz

“Oz” in ebraico vuol dire “Forza“, una forza che è ravvisabile nella scrittura dell’autore, e che viene tratta dalla storia tormentata della sua terra d’origine. Attento e sensibile soprattutto alla materia umana, lo scrittore mostra nelle sue opere fragilità e straordinaria varietà.

Tra le sue opere più note vi è il romanzo autobiografico Una storia di amore e di tenebra, nel quale Amos Oz ha raccontato, attraverso la storia della sua famiglia, le vicende storiche del nascente Stato di Israele dalla fine del protettorato britannico. Nella vita dello scrittore è stato determinante il suicidio della madre, avvenuto quando il piccolo Amos aveva appena dodici anni. L’elaborazione del dolore si sviluppa ben presto in un contrasto con il padre, un intellettuale vicino alla destra ebraica. Il contrasto padre-figlio portò alla decisione del ragazzo di entrare nel kibbutz Hulda e di cambiare il cognome originario “Klausner” in “Oz”, dovuto al suo importante significato caratterizzante.

Da questo romanzo è stato tratto un film, intitolato Sognare è vivere, diretto e interpretato da Natalie Portman. Racconta la vita di Fania, e non quella dell’autore: nonostante ciò si tratta di strade inevitabilmente connesse, che rendono quel bambino la voce narrante di una favola triste, nata tra le macerie di una terra contesa più che promessa.

Il Taormina Book Festival omaggia così Amos Oz, scomparso oggi, 28 dicembre 2018, all’età di 79 anni.