È scomparso di recente Vidiadhar Surajprasad Naipaul, scrittore nato a Chaguanas (borgo di Trinidad e Tobago), tra i maggiori autori del nostro tempo.

Temi come il viaggio, le migrazioni e l’abbandono delle proprie radici sono ricorrenti nella storia di Naipaul: il nonno, proveniente dall’India nord-orientale, era emigrato a Trinidad nel secolo precedente per lavorare nelle piantagioni, e lui stesso, cresciuto nell’America centrale caraibica ma in un ambiente tipicamente induista, ha scelto di lasciare la città natale, per trasferirsi in Gran Bretagna, con l’obiettivo di studiare a Oxford. “Trinidad è il luogo in cui sono nato, ma è stato uno sbaglio“, dichiarerà in seguito, scegliendo il Regno Unito come sua residenza definitiva.

Naipaul, nel corso della sua vita, diventa diretto protagonista delle tematiche sociali di cui gli interessa scrivere. Autore dotato di innegabile talento nella scrittura e nella caratterizzazione dei personaggi, acquisisce negli anni un’ampia conoscenza dei temi d’attualità; fattore che non fa altro che accrescere l’importanza sociale e storica delle sue opere, testimonianze delle migrazioni da ovest verso est.

Naipaul raggiunge il successo internazionale con “Una casa per Mr. Biswas“, un romanzo che scuote la scena letteraria del 1961. Si tratta di una commedia nera, di un’opera che restituisce un’immagine del tutto nuova dell’Occidente. Gli seguirà “L’enigma dell’arrivo“, un’ipnotica narrazione della maturità di Naipaul e allo stesso tempo un’intensa mediazione autobiografica. Altra opera da citare è “Sull’ansa del fiume“: “racconta la storia di Salim, africano di origine indo-araba della costa orientale, che decide di gestire un piccolo esercizio commerciale in una città dell’interno del continente, alla ricerca di una dimensione personale.”

Naipaul riesce, con i suoi scritti, a descrivere la sempre presente indecisione sul partire o sul rimanere, i drammi delle migrazioni, la difficoltà a trovare una propria identità in un nuovo Paese o addirittura in quello in cui si è nati. Assieme al successo, però, arrivano per Naipaul anche le critiche e le polemiche. Molti intellettuali gli contestano la sua lettura del mondo, della politica, delle religioni: Naipaul liquida l’Africa come “un continente senza futuro”, l’India come “una società di schiavi”, tanto che Terry Eagleton lo definirà “grande nell’arte, orribile nella politica”.

Vidiadhar Surajprasad Naipaul ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 2001 “per aver unito una descrizione percettiva ad un esame accurato incorruttibile costringendoci a vedere la presenza di storie soppresse”.

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