Da un’analisi di Claudio Masenza, curatore della sezione Cinema del Taobuk e autore di programmi televisivi di successo.

Gli ospiti cinematografici di Taobuk 2017 rientrano a pieno diritto nel tema di ‘padri e figli’ scelto come linea guida di questa edizione del festival. A partire da Christian De Sica, figlio di Vittorio, uno dei più grandi e più amati registi di tutti i tempi, che grazie ai suoi capolavori del periodo neorealista – Sciuscià, Ladri di biciclette – contribuì enormemente a far conoscere il nostro Cinema fuori dai confini nazionali nell’immediato dopoguerra. Ma il grande Vittorio era anche capace, come interprete e regista, di spaziare dal dramma alla commedia con il suo ineguagliabile e sorridente fascino. Dote che ha trasmesso al figlio Christian, più famoso per i film comici dai grandi incassi ma che nell’ambito del Taobuk viene premiato per il ruolo drammatico del malinconico protagonista di Fräulein: una fiaba d’inverno diretto da Caterina Carone dove, come già in passato – soprattutto in alcuni dei sette film che ha diretto – dimostra la grande sensibilità di interprete spesso nascosta dalla comica maschera che lo ha reso tanto popolare. Taobuk intende anche premiare il desiderio di Christian De Sica di sperimentare nuove strade, come questo piccolo e interessante prodotto, dal modesto budget, che solo grazie alla sua adesione ha potuto raggiunto il pubblico.

Cristina Comencini, scrittrice e regista, è figlia del rimpianto Luigi che ha diretto capolavori come Tutti a casa, La ragazza di Bube, Lo scopone scientifico e film popolarissimi come Pane, amore e Fantasia e La donna della domenica. Cristina ha girato quindici film – Quando la notte e La bestia nel cuore sono tratti da suoi romanzi e il secondo, dopo il successo ottenuto al Festival di Venezia, fu scelto per rappresentare l’Italia nella corsa agli Oscar – e ha ricevuto numerosi premi. Per citarne solo alcuni, Nastro d’Argento speciale per Latin Lover, Nastro d’argento per la sceneggiatura e Globo d’Oro per la regia di Il più bel giorno della mia vita, Globo d’Oro per migliore sceneggiatura e miglior film per La fine è nota… Il suo ultimo film è Qualcosa di nuovo per il quale, al solito, ha co-firmato la sceneggiatura.

Il rapporto con il padre è invece presente in quasi tutti i film diretti e scritti da Gianni Amelio. Una finzione potente quanto e più di una realtà biografica. A volte si tratta di una figura maschile che fa le veci del padre, come in Il ladro di bambini – Gran premio della Giuria al Festival di Cannes nel 1992, David di Donatello e Nastro d’Argento per la miglior regia, miglior film europeo ai Goya e successivamente scelto come proposta italiana agli Oscar – o Le chiavi di casa, miglior sceneggiatura ai Ciak d’Oro o ancora Colpire al cuore, nastro d’Argento per il miglior soggetto…la lista sarebbe ancora molto lunga ma arriviamo al Leone d’Oro del Festival di Venezia per Così ridevano. Lo scorso anno Amelio ha pubblicato il suo primo romanzo, Politeama, dove l’assenza del padre condiziona l’infanzia del protagonista. Il suo ultimo film, La tenerezza, che sarà premiato al Taobuk, racconta in parallelo la paternità di un uomo anziano che non sa rapportarsi ai suoi due figli e quella tragica, distruttiva di un giovane genitore.