“La corruzione è una piaga che infetta gran parte della vita sociale e politica del nostro Paese, in misura non solo eticamente inaccettabile ma anche economicamente insostenibile“.
È un’accusa dura e inflessibile quella che Gherardo Colombo – campione di legalità e Premio nazionale cultura della pace nel 2008 –lancia dalle pagine del libro “Il legno storto della giustizia”.
Su questo crinale verterà l’incontro che l’8 maggio alle ore 10,30, nell’aula Magna del Rettorato, vedrà l’ex magistrato, inflessibile Pm dell’inchiesta Mani pulite, dialogare con il giornalista Antonello Piraneo, direttore del quotidiano La Sicilia e acuto commentatore delle cronache politiche e giudiziarie.
L’evento apre l’edizione 2019 della Rassegna “Leggere il presente”, organizzata dall’Università degli Studi di Messina in collaborazione con Taobuk.
“La rassegna rappresenta per gli studenti una vetrina preziosa che favorirà il confronto con personaggi di spessore della società italiana“, sottolinea il rettore Salvatore Cuzzocrea. “Si analizzerà la complessità del presente – osserva Antonella Ferrara, presidente Taobuk – attraverso lo sguardo di varie parti sociali: giustizia, letteratura, giornalismo, economia, antichità classica, attualità, e ciascun libro rappresenterà uno spunto per la discussione di diversi filoni tematici“.
Si comincia dall’impietosa analisi di Gherardo Colombo che, pungolato dalle domande e annotazioni di Antonello Piraneo, svilupperà la severa analisi che lo ha portato a stigmatizzare “Il legno storto della giustizia”, eloquente titolo del volume edito nel 2017 da Garzanti, di cui è coautore insieme a Gustavo Zagrebelsky.
Proprio all’Italia sembra infatti spettare un non onorevole posto tra le nazioni più corrotte al mondo: ovunque si formino aggregati di potere, lì alligna il rischio del malaffare.
Prendendo le mosse da questi presupposti drammatici che troppo spesso consideriamo immutabili e ai quali sembriamo quasi assuefatti, Colombo e Zagrebelsky si confrontano nel libro con schiettezza e reciproco rispetto discutendo da punti di vista diversi e complementari il senso ultimo del nostro vivere in comunità. Con la consapevolezza che la democrazia può rappresentare un ambiente favorevole alla diffusione della corruzione e scavando nella nostra natura e nel desiderio tipicamente umano di raggiungere fama, potere e ricchezza anche a costo di sopraffare il prossimo, i due autori discutono di letteratura e filosofia del diritto, spaziano dalla storia all’attualità più recente, in un dialogo che sarà motivo di riflessione per quanti ancora credono nell’onestà, nella correttezza e nei principi della nostra Costituzione.
Gherardo Colombo ha condotto e collaborato a inchieste divenute celebri, non solo Mani pulite ma altresì quelle sulla scoperta della Loggia P2, il delitto Giorgio Ambrosoli, e i processi Imi-Sir/Lodo Mondadori/Sme. Nel 2007 si è dimesso dalla magistratura per dedicarsi a incontri formativi nelle scuole. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Sulle regole e Lettera a un figlio su Mani pulite.
Gustavo Zagrebelsky, professore emerito all’Università di Torino, insegna attualmente all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. Presidente emerito della Corte costituzionale, è membro dell’Accademia delle Scienze di Torino e dell’Accademia nazionale dei Lincei. Tra i suoi libri Il diritto mite, La legge e la sua giustizia e Interpretare. Dialogo tra un giurista e un musicista, scritto con Mario Brunello.
Testo: Ufficio stampa Taobuk