Il laboratorio del terzo appuntamento con TaoKids nasce dalla favola “Leo e il gabbiano Blu”, scritta da Francesca Mara Santangelo nell’ambito di un esame universitario durante la triennale in Scienze della Formazione dell’Università di Catania. È solo durante il tirocinio formativo presso la clinica neuro- riabilitativa AIAS – sez. di Acireale che ha conosciuto la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) ed ha pensato di adattarla al suo racconto, poi ultimato graficamente dagli studenti del corso di Design Grafico dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, guidati dalla docente Rosamaria Palazzo.
In cosa consiste esattamente?
La CAA – Comunicazione Aumentativa e Alternativa – è un settore della pratica clinica pedagogica e logopedica, nata intorno agli anni ’50, finalizzata ad integrare e aumentare la capacità di comunicare ed esprimersi di coloro che hanno difficoltà ad utilizzare canali comuni quali linguaggio e scrittura.
Si definisce aumentativa perché non sostituisce ma incrementa le possibilità comunicative naturali della persona; alternativa perché utilizza modalità di comunicazione alternative e diverse da quelle tradizionali.
Come si è svolto quindi il laboratorio?
È iniziato raccontando una favola senza giungere al finale, che i bambini hanno dovuto reinventare e disegnare. Abbiamo dato a ciascuno di loro un pacchetto contenente i simboli del racconto e un cartellone su cui incollarli, per poterlo ricostruire confrontandosi e ricercando il significato di ogni simbolo. Così come è successo giovedì 1 ottobre presso l’Istituto Comprensivo I. Calvino di Catania in cui, grazie alla disponibilità del Preside Impellizzeri, abbiamo inaugurato il laboratorio con due classi di scuole elementari: i bambini confrontavano i significati attribuiti ai simboli e si aiutavano a vicenda nel ricostruire le sequenze. Alla fine dei laboratori, ognuno aveva creato il proprio libro con un finale autentico!
Quale è stato il momento che ti ha colpita di più?
Mi piacerebbe raccontarvene due.
Nel corso del laboratorio di disegno svolto a Catania, tra le classi c’era un bambino affetto da Mutismo Selettivo che non comunicava in alcun modo.
Ho radunato alcuni di loro attorno a lui, e dopo varie interpretazioni grottesche date al suo disegno, il bambino ha indicato spontaneamente con una matita a quali simboli corrispondevano i personaggi da lui disegnati, rendendolo chiaro a me e ai compagni. Questo è stato, per me, il risultato della mattinata.
Qui a Taormina invece, una bambina di 4 anni ha realizzato il suo finale utilizzando la riproduzione dei simboli che le servivano a spiegarlo: ha disegnato il simbolo corrispondente al “C’era una volta” e un fiore grande con dei raggi attorno che, secondo la sua fantasia, indicava un bosco incantato in cui i protagonisti potevano essere liberi e felici.
È stata un’occasione colta per sensibilizzare i bambini e i genitori circa i tanti modi possibili di comunicare, oltre all’importanza di permettere a ognuno di essi di esprimersi e realizzarsi.
Quali sono gli obiettivi per il futuro?
Tengo a ringraziare le mie colleghe e compagne di viaggio, la pedagogista Paola Liuzzo e le logopediste Laura Fonte e Deborah Spinella, che hanno permesso con la loro professionalità ed il loro supporto la realizzazione di questi laboratori.
L’obiettivo è quello di riuscire a creare una rete, tangibile e solida, in cui possano gravitare le famiglie, la scuola, gli enti e le risorse del territorio, in una collaborazione interdisciplinare che rivolga la propria attenzione alle persone fragili, accompagnandole gradualmente verso il raggiungimento della propria realizzazione. Una rete che si occupi di riportare l’istituzione scolastica ed il suo ruolo educativo in una posizione di centralità, che punti sulla formazione dei docenti; che creda nella diffusione di una cultura di qualità già a partire dai più piccoli, che stimoli ed incentivi il pensiero critico, la fantasia, l’inclusione.