Ogni volta che qualcuno pronuncia la frase “Il libro era migliore”, probabilmente si riferisce a un adattamento cinematografico correlato. È il dibattito dei secoli: l’appassionato di libri e l’appassionato di cinema da sempre si contendono la supremazia dei rispettivi ambiti.
Tuttavia, c’è tutto un mondo di adattamenti di cui nessuno sembra parlare: si tratta delle trasposizioni teatrali. Nonostante alcune delle più famose produzioni teatrali di tutti i tempi siano basate sui libri – “Les Misérables” o “Wicked”, ad esempio – la collaborazione tra letteratura e teatro sembra passi in qualche modo inosservata.
Rispetto al cinema, il palcoscenico, come la letteratura, dà la priorità ai temi e ai personaggi rispetto al movimento e all’estetica. Ciò consente di mettere al centro il vero nucleo di un libro. A prescindere dai benefici tematici e stilistici offerti dal palcoscenico, esiste un motivo logistico per cui le compagnie teatrali decidono di investire in adattamenti dal libro.
Uno dei motivi sarebbe la ricerca di un punto di connessione con un nuovo pubblico. Questo perché, se un’opera teatrale è nuova, le persone non ne hanno una totale comprensione e non si sentono in completa connessione con essa. Anche questi sono obiettivi che si possono raggiungere con i film, tuttavia il teatro riesce a raggiungere uno scopo intrinsecamente unico: a differenza del cinema, il teatro non è pensato per assorbire completamente il pubblico, estraniandolo completamente dalla dimensione temporale delle opere in scena; riesce, invece, a presentare una produzione dal vivo con l’idea che sia stata messa in scena e pensata dalla mente del pubblico. Il teatro ha la incapacità di creare una realtà totalmente convincente. Induce il pubblico a chiedersi di cosa si tratti veramente, cosa stia realmente accadendo.
Le trasposizioni teatrali hanno anche qualche svantaggio; intanto, appena si decide di portare un’opera letteraria sul palco, bisogna selezionare le parti della sceneggiatura del libro su cui ci si vuole focalizzare. A questo punto, come per il cinema, è necessario effettuare vari tagli: il teatro, però, presenta molti più limiti di quelli che la pellicola ha, dal momento che lo spazio a disposizione e il numero di attori recitanti è alquanto ridotto. Inoltre, bisogna decidere cosa fare di tutta la prosa che non è il dialogo.
A prescindere da questi limiti, ciò che permette al palcoscenico di prestarsi così bene agli adattamenti è lo stretto rapporto tra il pubblico e ciò che sta avvenendo sul palco. Nel caso di un piccolo teatro, ad esempio, il pubblico potrebbe a volte ritrovarsi nel mezzo dell’azione. L’attenzione di chi guarda è molto alta, nel caso in cui gli attori recitino vicino alle sedute, proprio davanti agli occhi della folla.
Tutto quello che non è facilmente definibile come “dialogo”, nel teatro può essere espresso attraverso la manipolazione delle immagini nel palcoscenico. C’è una ragione per cui gli spettacoli teatrali vengono spesso studiati proprio accanto ai romanzi e ai racconti correlati. La letteratura e il teatro hanno da sempre una stretta relazione, che negli ultimi anni si sta ancor di più intrecciando.