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Informazione 4.0: l’ascia del giornalismo contro il mare ghiacciato delle fake news

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Giornalisti a confronto sull’informazione, tra la crisi dei quotidiani e la divulgazione digitale di notizie, troppo spesso camuffate da fake news.

Qual è oggi il ruolo del giornalista? Quali sono gli strumenti per intercettare i lettori contemporanei, divoratori di social network? La gogna della rete non risparmi neppure i giornalisti, ma i giornali senza tradire il lettore devono essere capaci di ritrarre la società senza esserne la copia esatta.

Ph. Giampiero Caminiti

Per il festival “Taobuk”, tra gli ospiti invitati a parlare di informazione 4.0, i direttori dei principali quotidiani e testate radiofoniche italiani. Da Virman Cusenza, direttore del “Messaggero” a Luciano Fontana, direttore del “Corriere della Sera”, assieme ad Andrea Montanari, direttore del “Tg1” e Giancarlo Mazzucco, giornalista e membro del CdA Rai.

Andrea Montanari. Ph. Alfio Sgroi

“Il problema non sono le fake news, ma la qualità del giornalismo. I giornali devono ricominciare a fare i conti con la propria agenda setting, ovvero con l’agenda di notizie all’ordine del giorno, senza essere influenzati dalla politica. Primo fra tutti il tema della migrazione, che deve essere trattato in modo critico, restituendo storie e retroscena, senza cadere nel già detto. Questa è la vera qualità che pretendono i lettori per capire la realtà che gli sta intorno”. Commenta così Andrea Montanari, la crisi del giornalismo contemporaneo, davanti ai cambiamenti che porta la rivoluzione digitale.

Tra i giornalisti presenti al dibattito anche Lino Morgante, direttore editoriale della “Gazzetta del Sud” e la giornalista Roberta Scorranese, del “Corriere della Sera”.

Il giornalismo vive di contenuti generati dagli utenti, il cosiddetto citizien journalism. Le notizie condividono gli stessi spazi virtuali dove scorrono le anti-notizie. Sta al giornalista essere il gatekeeper. Selezionare notizie senza eccedere nei concetti che confondono il lettore, come ricorda Giancarlo Mazzucca citando Indro Montanelli.

Giancarlo Mazzuca. Ph. Alfio Sgroi

“Ricordo in auto le domande di Manganelli quando mi chiedeva quali fossero i temi del giorno – dice Mazzucca -. Faceva dei cenni con la testa, che ho capito solo dopo anni. Appena arrivato in redazione, scriveva il suo commento alla sua Olivetti Lettera22 in meno di mezz’ora. Pochi aggettivi, pochi concetti. Un tema conduttore senza confondere il lettore ma sapendolo guidare secondo il suo giudizio critico”.

Ed è con la consapevolezza che si combattono le fake news, con operazioni di fact checking, a cui per primo sono chiamati i giornalisti. Il giornalismo non è morto. Anzi è più vivo che mai, sta solo cambiando forma.

Sandro Pappalardo. Ph. Alfio Sgroi

“L’informazione è indispensabile”, commenta giunto un po’ in ritardo, Sandro Pappalardo, assessore regionale al Turismo. “I giornalisti sono interlocutori importanti, anche per la politica. Informare è un dovere, siamo protagonisti seduti allo stesso tavolo, non c’è distanza, ma collaborazione”

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