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Taobuk e Cepell: idee, spunti e riflessioni sulle politiche della lettura

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Angelo Piero Cappello e Antonella Ferrara

Idee, spunti e riflessioni sulle politiche della lettura sono al centro del dialogo tra Angelo Piero Cappello, direttore del Centro per il libro e la lettura, e Antonella Ferrara, ideatrice e presidente del Taormina Book Festival

«Ho voluto imbastire questo dialogo con Antonella Ferrara – dice Cappello – perché il Taobuk festival, fin dal suo lancio avvenuto ormai undici anni fa, non è stato solo una kermesse internazionale di letteratura ma anche un canale in grado di portare arte e lettura nella società civile e, viceversa, di ricevere gli impulsi che arrivano da essa».

«Fin dalla prima edizione abbiamo avviato progetti molto importanti nelle scuole, prevedendo vari step fino a coprire l’intero anno – dice la presidente Ferrara -. Taobuk esercita così un’efficace e doppia funzione di promozione, perché esce dal proprio perimetro per andare a realizzare i singoli progetti negli istituti scolastici, per poi richiamare la popolazione studentesca a partecipare al festival. Infatti, tra i tanti compiti di un festival, a mio parere, quello che li riassume tutti è proprio spingere i giovanissimi ad amare la lettura, a viverla come l’ebbrezza di un’emozione, affinché diventi parte integrante della loro crescita».

Proprio le ragazze e i ragazzi sono un target fondamentale su cui impostare le politiche sulla lettura. Tuttavia, i dati del settore relativi alle fasce più giovani, ma non solo, in Italia sono tutt’altro che positivi, come ricorda il direttore Cappello: «I risultati della ricerca condotta da Cepell e AIE relativi agli ultimi 3 anni mostrano che in Italia c’è un calo costante dei lettori, soprattutto nella fascia d’età 15-17». Dunque, come si può invertire questa tendenza?

«Varie e di vario taglio sono le soluzioni che si potrebbero adottare – sostiene Antonella Ferrara -, la principale è cancellare il pregiudizio che leggere sia l’anticamera della noia. Bisogna invece che i lettori in erba siano ben indirizzati e possano scoprire quanto la lettura sia un’attività divertente, interessante, appassionante. Di più: necessaria».

Nella direzione di una lettura divertente e accattivante vanno alcune iniziative che Taobuk proporrà per l’edizione 2022: «Si parla molto di NFT anche con riguardo alle opere letterarie. Basti pensare che Alessandro Baricco ha annunciato che Novecento, il suo libro di punta, è appunto diventato un not-fungible token. C’è insomma tutto un sistema che si sta sviluppando e investe anche il mondo dei libri; sono convinta che bisogna promuovere questo approccio, accogliendo per esempio l’idea portante degli NFT. Taobuk dedicherà appunto un’intera sezione a questi temi», sottolinea la Presidente.

Giovani, tecnologia e nuove forme di lettura, ma c’è un ulteriore terreno comune su cui i propositi del Centro per il libro e la lettura incontrano quelli di Taobuk. «Nel 2022 ci poniamo l’obiettivo di rafforzare le realtà di rete nei territori attraverso il coordinamento dei Patti per la lettura e di incentivare le nuove forme di lettura», dice Cappello.

Gli fanno eco le parole della Ferrara: «Credo che i festival dedicati alla lettura dovrebbero fare rete ed elaborare piani comuni per sensibilizzare le istituzioni deputate, le biblioteche pubbliche e private, le librerie e la scuola di ogni ordine e grado. Un’opportuna concreta è quella di affiancare i Comuni nell’attuazione dei Patti per la lettura promossi dal Cepell. È tuttavia innegabile che se gli italiani non sono grandi lettori, per cercare di invertire la tendenza bisogna sostenere il settore con risorse adeguate e studiare strategie condivise».

Si giunge così alla vera chiave di volta di questo dialogo, ovvero l’ipotesi di un cambio di paradigma che permetterebbe di riformare radicalmente le politiche sul libro e la lettura. Così Angelo Piero Cappello: «Una vera svolta sarebbe quella di considerare la spesa per questo settore un investimento piuttosto che solo un costo. Questo, naturalmente, comporterebbe tutta una serie di considerazioni politiche a cui dovrebbero seguire interventi economici, fiscali e finanziari».

«Il presupposto – dice Antonella Ferrara – è che la cultura non sia vissuta solo come un bene da tutelare ma ‘messa in cantiere’, come risorsa da valorizzare in un’ottica di sistema e investimento, perché in grado di svolgere una funzione catalizzatrice, di imprimere una precisa fisionomia a un territorio e in tal modo stimolare la sua economia. Questo si veicola attraverso una pianificazione che miri a vedere libri, biblioteche ed esperienze culturali come beni di investimento e non oggetto di spesa corrente, in quanto le infrastrutture sociali che contribuiscono a realizzare le esperienze culturali rafforzano la coesione economica, sociale e territoriale»

Per questo tipo di riflessione ci sarà spazio anche nella prossima edizione di Taobuk: «In continuità con un’attenzione che Taobuk ha sempre rivolto alle politiche del libro e alle sue ricadute sulle comunità, la giornata di studi “Cantiere Cultura. Ristrutturare le Infrastrutture sociali per una politica del libro come bene di investimento”, che sarà promossa nell’ambito della dodicesima edizione del Festival, muove dalla considerazione che cultura e conoscenza creano valore e sviluppo, promuovendo crescita e competitività, all’insegna di un processo sinergico che compendia tutti i luoghi fisici e virtuali della rete culturale territoriale».

Il Taobuk Festival di Taormina è uno dei fiori all’occhiello delle kermesse letterarie italiane eppure, riflette Cappello, «la Sicilia, che ha dato i natali ad alcuni dei più grandi scrittori italiani della storia letteraria del Bel Paese – da Cielo d’Alcamo a Camilleri -, raccoglie nella lettura gli indici statistici più bassi a livello nazionale».

«È davvero ricorrente chiedersi perché in Sicilia si legge meno che nelle altre Regioni d’Italia – ribatte la presidente di Taobuk – Più difficile spiegare perché ad essere fanalino di coda è l’isola che ha dato al mondo Pirandello e QuasimodoSciascia e BufalinoConsoloCamilleriGiuseppe Tomasi di Lampedusa. Penso che i motivi siano di varia natura, storica e culturale. C’è sempre, a ben guardare, una sperequazione tra le menti e l’arte che proliferano in un dato territorio e le sue condizioni economiche e sociali».

D’altronde, i dati negativi citati prima da Cappello riguardano, per certi versi, tutta l’Italia che pure è la patria di Dante. «Bisogna moltiplicare l’offerta letteraria e proporla come un’attività ludica, divertente, necessaria – continua Antonella Ferrara – Serve un’educazione alla lettura, vista quale parte integrante del patrimonio culturale e umano che abbiamo il dovere di trasmettere ai giovani: nelle famiglie, nelle scuole, nella società».

Eppure, sostiene Cappello, «la Sicilia, per la sua posizione geografica, potrebbe essere una formidabile piattaforma di dialogo “intermediterraneo” anche attraverso il mondo dei libri e della lettura. Potrebbe avere senso una grande iniziativa nazionale che vada in questa direzione…».

«Il ruolo della Sicilia nel Mediterraneo è stato sempre centrale fin dall’antichità. Oggi il presente e il futuro prossimo dell’Europa dipendono dal rapporto con l’Africa mediterranea e il Medio Oriente, in questo la Sicilia ha una posizione di centralità strategica – concorda la presidente Ferrara -. Taobuk intende dare il suo contributo per avviare questo processo di dialogo culturale, realizzando con la Regione Siciliana una grande “Fiera del libro del Mediterraneo”, che contiamo di inaugurare alla fine del 2022, e di cui siamo orgogliosi per l’altissimo profilo e l’inedito respiro autenticamente internazionale, che coinvolgerà i maggiori partner istituzionali delle nazioni aderenti». 

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